Indice


Ordinarie, Privilegiate, Risparmio

Azioni Ordinarie Votano in tutte le assemblee (nessun) Diritto al dividendo e alla ripartizione del capitale in caso di liquidazione
Azioni Privilegiate Votano solo nelle assemblee straordinarie se la società paga il dividendo deve garantire per le azioni di risparmio almeno il 2% del valore nominale e, se previsto in caso di mancato pagamento può essere recuperato l'anno successivo; inoltre in caso di liquidazione della società hanno la prelazione sui possessori di azioni ordinarie
Azioni Risparmio Non votano in nessuna assemblea il dividendo deve essere almeno il 5% del valore nominale e deve essere sempre maggiore di quello delle ordinarie di almeno il 2%, inoltre è prevista la possibilità dell'accumulo, cioè quando torna in utile la società dovrà pagare alle azioni di risparmio anche il dividendo dovuto negli anni precedenti non retribuiti.; infine in caso di liquidazione della società le azioni di risparmio hanno la prelazione sui possessori di azioni ordinarie e privilegiate). Quando le azioni di risparmio sono contrassegnate come n.c., vuol dire che non possono essere convertite in azioni ordinarie, al contrario delle risparmio normali

Che tipo di ordini possono essere impartiti all'intermediario ?

Vediamo quali tipi di ordini possiamo impartire:

E' possibile cancellare o modificare un ordine immesso ?

Finchè un ordine non è eseguito, può sempre essere revocato, comunque non sono ammesse modifiche. Quindi se ad es. abbiamo messo in vendita 3000 azioni eni a £10200 e ad un certo punto cambiamo idea, magari mettendo un prezzo di vendita a £10300, la SIM/Banca dovrà dapprima cancellare il precedente ordine e quindi inserirne uno nuovo con il nuovo prezzo.
Nota: in teoria un ordine può essere revocato quante volte si vuole, comunque fate attenzione che alcune banche fanno pagare delle commissioni fisse per ogni ordine ineseguito.


A chi mi debbo rivolgere per operare in borsa ?

Per operare in borsa bisogna rivolgersi o ad una banca o a una SIM(Società di Intermediazione Mobiliare)
Da notare che non tutte le banche permettono di operare in borsa.


Posso acquistare/vendere un numero qualsiasi di azioni ?

No. Nel mercato continuo ogni titolo ha un numero minimo di azioni trattabili (detto lotto). Inoltre bisogna operare sempre con multipli del lotto.
Esempio: Immaginiamo di voler investire 30ML in azioni Telecom ( 1 lotto Telecom=1000 azioni) a L.11.000 ad azione, cioe' 2.727 azioni (30ML/11.000), ma per il discorso fatto sopra dovremo scegliere se acquistarne 2.000 o 3.000.


Quali sono le commissioni da pagare per ogni ordine ?

Le commissioni su ogni operazione di acquisto/vendita di titoli azionari varia da SIM a SIM e da banca a banca.
Comunque dall'esperienza personale ho notato che, in genere, le SIM fanno pagare una commissione intorno allo 0,35%, mentre le banche vanno da un minimo dello 0,45% ad un max dello 0,7%. In genere molto dipende dal capitale investito.
Oltre a queste commissioni vi possono essere costi fissi, del tipo 10.000 ad ogni operazione o 300.000 annui per gestione conto, etc, etc.


Che differenza c'è fra prezzo di chiusura e prezzo di riferimento ?

Il prezzo ufficiale di chiusura corrisponde al prezzo medio ponderato sulle quantità trattate nel corso della giornata.
Il prezzo di riferimento invece è costituito dal prezzo medio ponderato relativo all'ultimo 10% delle quantità trattate in Borsa.
Il prezzo di riferimento è particolarmente importante per la sospensione/apertura di un titolo.


Perchè alcune volte un titolo viene sospeso o non apre ?

In generale, un titolo non può superare, in positivo o in negativo, del 10% la quotazione del prezzo di riferimento del giorno precedente.
Qundi se ad esempio durante le contrattazioni un titolo dovesse raggiungere il 10% il titolo verrebbe temporaneamente sospeso.
Comunque se un titolo non riesce ad aprire per diversi giorni, normalmente almeno 3, la CONSOB potrebbe variare la soglia di ingresso.
Una nota invece sull'apertura e sul televideo RAI. Col televideo è facile verificare, durante le contrattazioni se un titolo ha aperto o no; infatti se per il titolo in oggetto compare un prezzo flash allora il titolo ha aperto, in caso contrario il titolo non ha ancora aperto e il prezzo indicato in "prezzo apert." è solo un prezzo teorico(preapertura).
Chiaramente finchè un titolo non apre non è possibile vendere o comprare.


Che cos'è lo Stop Loss ?

Lo scopo dello Stop Loss (SL) è quello di assicurare l'utile e limitare le perdite.
Lo SL è come un normale ordine borsistico che in genere è dato dall'investitore all'intermediario subito dopo l'acquisto di un titolo.
L'ordine verrà eseguito se il titolo ha raggiunto il limite minimo di vendita stabilito dal committente.
Naturalmente lo SL può essere variato quando si vuole.
Esempio. Supponiamo di aver comprato 1000 azioni COMIT a L. 4900 e di fissare uno SL a L.4800.Se il titolo dovesse raggiungere le 4800 l'intermediario venderebbe a 4800.
Nel caso invece il titolo scenda sotto questo limite (ad esempio dopo l'apertura) l'ordine sarebbe eseguito "al meglio".
Da notare che purtroppo lo stop loss non è supportato da tutte le SIM/banche.


Che cos'è il mercato spezzatura ?

In precedenza abbiamo parlato che nella borsa in continua esiste un numero minimo di azioni trattabili. E' comunque possibile vendere/acquistare un numero qualsiasi di azioni (dette spezzettature) nel mercato spezzatura. In questo mercato la vendita/compera deve essere stabilita prima dell'apertura della borsa in continua e l'ordine verrà evaso col prezzo d'apertura.


Metodi di valutazione delle azioni

Per consentire una valutazione delle azioni quotate in borsa si utilizzano i seguenti parametri:


Il ciclo borsistico

Affronteremo un argomento molto importante per gli investitori, ma sconosciuto a molti di loro: il ciclo borsistico. Si tratta di un metodo d'analisi basato su una considerazione fondamentale e cioè che la borsa attraversa quattro fasi ben distinte, strettamente connesse con i cicli della congiuntura e dei tassi di interesse. Prima di esprimere un giudizio sull'affidabilità e l'efficacia di tale metodo, sarà quindi opportuno illustrare brevemente queste quattro fasi:

Prima fase: la recessione economica si accompagna ad un netto ribasso dei tassi d'interesse. Generalmente è un periodo più favorevole all'investimento obbligazionario che a quello azionario perché gli effetti positivi del calo del costo del denaro vengono compensati dalla riduzione nelle stime sugli utili aziendali.

Seconda fase: inizia la ripresa congiunturale, i tassi monetari continuano a scendere e quelli obbligazionari cominciano a salire. E' questo il momento in cui le azioni si riscattano e fanno registrare significativi apprezzamenti (il cosiddetto "liquidity driven rally").

Terza fase: la congiuntura migliora sensibilmente e nello stesso tempo si osserva un movimento al rialzo dei tassi d'interesse. In questo periodo è opportuno evitare di cedere le azioni perché, contrariamente a quanto accade nella prima fase, l'aumento dei tassi d'interesse viene largamente compensato dal maggior ottimismo degli analisti finanziari sui profitti aziendali (il cosiddetto earnings driven rally).

Quarta fase: l'economia si surriscalda, ci si avvicina al culmine del ciclo congiunturale. Con l'aumento dell'inflazione e l'adozione di una politica monetaria restrittiva, la curva dei rendimenti tende ad appiattirsi, si chiude cioè la forbice tra i rendimenti a lungo e a breve termine In questa fase è consigliabile adottare una politica d'investimento accorta e serbare una quota di liquidità come riserva per acquisti futuri. Quando le autorità monetarie sono costrette ad aumentare considerevolmente il costo del denaro, la curva dei rendimenti diventa inversa, ossia i tassi per investimenti a lunga scadenza sono inferiori a quelli pagati per i depositi monetari poiché il mercato obbligazionario sconta un ribasso dell'inflazione. E' la fine del boom e l'economia si avvia verso la recessione. Questo è il momento ideale per acquistare i titoli obbligazionari che scadono a lungo termine.

Nelle prime due fasi il rapporto tra corsi ed utili è determinante per la valutazione della borsa, mentre l'andamento dei tassi a lungo termine non gioca un ruolo importante. Nella terza e quarta fase, invece, il ritmo di crescita dei tassi è decisivo, vista la crescente attrattiva del mercato obbligazionario. Dal momento che i corsi azionari vengono sospinti dagli utili aziendali, più velocemente salgono i tassi, più celermente gli investitori escono dal mercato azionario.

A questo punto è possibile trarre una conclusione che agli inesperti può apparire paradossale: il momento migliore per acquistare le azioni non è quello in cui la congiuntura tira, si surriscalda e le imprese pubblicano utili record, bensì quello in cui la disoccupazione aumenta e l'economia ristagna. E' necessario tener sempre presente, infatti, che il prezzo delle azioni riflette le aspettative degli investitori nei confronti dell'espansione economica e degli utili aziendali, non la situazione contingente. Un esempio: coloro che nell'estate del 1987, basandosi sugli ottimistici dati economici del momento, investirono nonostante il forte rialzo dei tassi d'interesse e dell'inflazione commisero un grave errore che pagarono a caro prezzo nell'ottobre dello stesso anno. Al contrario, chi conosceva l'evoluzione del ciclo borsistico vendette e realizzò i lauti profitti accumulati.

II ciclo borsistico, dunque, deve esser considerato un valido strumento perché fornisce indicazioni preziose sul rapporto tra potenziale rischio e rendimento di un mercato. Esso si basa sulle due principali variabili che influenzano i prezzi azionari: il trend dei tassi d'interesse e lo sviluppo degli utili aziendali. Ed è per questo che rappresenta un criterio scientifico per una politica d'investimento razionale, in contrapposizione al cosiddetto fiuto di borsa, che spesso si rivela ingannevole. Alcune case di brokeraggio, infatti, come la famosa James Capel di Londra, ritengono che l'analisi del ciclo borsistico sia un aiuto insostituibile per l'investitore e su di essa fondano la loro politica d'investimento.

Allora per investire in borsa basta seguire il ciclo borsistico ed agire di conseguenza? Certamente no, per i motivi seguenti.

Innanzitutto, occorre stabilire la posizione di un dato Paese nel ciclo congiunturale e cercare di prevedere se l'andamento economico futuro sarà coerente con l'evoluzione del ciclo borsistico o se invece si verificherà un regresso verso una delle fasi precedenti. L'efficacia del metodo, dunque, dipende in sostanza dall'accuratezza delle previsioni macroeconomiche formulate. II ciclo borsistico, infatti, non è che una semplificazione della realtà, la quale presenta spesso anomalie, cioè mini-cicli all'interno di ognuna delle quattro fasi.

Inoltre, le prospettive dei mercati azionari non dipendono solo dai tassi d'interesse e dai profitti aziendali. Altri fattori possono influire sui corsi di borsa quali, ad esempio, i cambiamenti nella politica fiscale, l'andamento dei cambi e dei prezzi delle materie prime, l'ammontare delle nuove emissioni o gli sviluppi politici (si pensi ad esempio al caso della borsa di Hong Kong).

Infine, è importante valutare se e in quale misura un fatto o un andamento economico futuro sia stato anticipato e quindi si sia già riflesso sulle quotazioni azionarie. Oggi, infatti, si tende ad anticipare sempre più le previsioni del mercato (gli anglosassoni lo chiamano telescoping) e in tal modo si abbrevia la durata delle fasi del ciclo borsistico.

L'analisi dei mercati azionari, dunque, è molto complessa perché le variabili in gioco sono tante, di diversa natura e spesso forniscono indicazioni contraddittorie. All'abilità dell'analista finanziario è affidato il compito di valutare tutti i fattori che influiscono sui prezzi azionari per poi trarre le giuste conclusioni. Da anni, tuttavia, gli ingredienti di base del successo in borsa sono sempre gli stessi: l'informazione ed il buon senso. Come ci insegnano Peter Lynch e Warren Buffett.


Calcolatore parametri di Valutazione

Input
Output
Valore dell'azione (E)
Dividendo (E)
Utile (E)
Yield
Pay Out
P/MP
P/PN


Le regole dello speculatore

Dieci regole da non dimenticare mai quando si specula in borsa:


1) SEGUITE UN PIANO PRESTABILITO
Decidete in anticipo quali saranno gli elementi da seguire per dire VENDO o COMPRO. Testate il vostro piano senza investire, se funziona utilizzatelo.

2) QUANDO SIETE IN DUBBIO STATE FERMI
Se la situazione del mercato non vi e' chiara perche' ci sono importanti notizie da attendere o perche' il mercato si muove lateralmente, meglio restare fermi, non entrate od uscite dal mercato in quel momento, e' inutile rischiare.

3) LE VOCI SONO SPESSO UNA TRAPPOLA
Quando sentite un amico od anche una persona che voi ritenete esperta indicare societa' che potrebbero fare balzi improvvisi o che devono salire perche' si dice che.....meglio evitare di entrare sul titolo, il piu' delle volte e' gia' troppo tardi. In borsa vince il metodo, non il caso.

4) TAGLIATE LE PERDITE, LASCIATE CORRERE I PROFITTI
Questa potrebbe essere l'unica regola da seguire, senz'altro e' la piu' importante. Nella maggior parte dei casi si tagliano i profitti e si lasciano correre le perdite. Gli ultimi due anni di borsa italiana ne sono un esempio. Quando un titolo perde liquidatelo al piu' presto, se cresce non toccatelo.

5) USATE GLI STOP-LOSS PER PRESERVARE I PROFITTI E TAGLIARE LE PERDITE
Ogni volta che comperate un titolo definite quanto siete disposti a perdere al massimo. Lo stesso vale per i titoli che guadagnano, se perdono piu' del 7% dal loro massimo vendeteli....vendete quando serve.

6) NON COMBATTETE LA TENDENZA
Non andate contro tendenza, vendere sul denaro e acquistare sulla lettera e' una procedura da dimenticare, pensate a dove il mercato vi vuole portare non a dove volete che vi porti.

7) NON ESAGERATE QUANDO AUMENTATE LA VOSTRA POSIZIONE
Se avete fiducia in un titolo o in un mercato non lasciatevi prendere dall'euforia, potreste pentirvene. Non aumentate la posizione se non avete gia' guadagnato bene su quella iniziale.

8) NON ABBIATE PAURA DI VENDERE ALLO SCOPERTO
Se il mercato appare veramente debole non lasciatevi scappare l'occasione di sfruttare il ribasso. In borsa si puo' guadagnare anche quando i titoli scendono.

9) RESTATE CALMI E EVITATE RISCHI ECCESSIVI
Per prendere le decisioni migliori non bisogna mai lasciarsi prendere dall'euforia o dalla depressione. E' importantissimo evitare di rischiare troppo...il guadagno facile in borsa e' solo fortuna.

10) DOCUMENTATEVI IL PIU' POSSIBILE
Ogni vostra decisione deve essere presa alla luce di informazioni valide, non lasciate la scelta al caso. Ogni informazione e' preziosa e non va sottovalutata.

17 ERRORI FATALI DELL'INVESTITORE

1) INCAPACITA' DI SCEGLIERE
Molti non sanno che variabili guardare per scegliere il miglior titolo, finendo quindi per comprare titoli della serie"non val la pena di parlarne agli amici"....che non hanno nulla a che vedere con i titoli trainanti.

2) COMPRARE IN CONTROTENDENZA
Un buon metodoper ottenere pessimi risultati e' quello di acquistare quando i prezzi declinano, nella convinzione che a prezzi piu' bassi il titolo e' piu' conveniente....

3) LA MICIDIALE "MEDIA PREZZI"
Ancora peggio e' quando l'investitore si convince a seguire la micidiale tecnica della "media prezzi"; non solo perde sul primo acquisto, ma finisce per perdere anche sul secondo...sul terzo.....e cosi' via.

4) LA TRAPPOLA DEI TITOLI A BASSO PREZZO
Non pochi investitori preferiscono acquistare 100.000 titoli a 1000 lire che 10 a 100.000 lire; finiscono cosi' per scegliere quasi sempre titoli di bassa qualita' soggetti ad elevatissima volatilita'. Una componente fondamentale e' il gradimento degli investitori istituzionali.

5) LA FRETTA DEI NOVIZI
Chi si affaccia per la prima volta al mercato ha spesso fretta di guadagnare e poca voglia di faticare....il risultato e' sempre lo stesso: grandi perdite in poco tempo.........

6) LE DRITTE DI BORSA
La convinzione piu' comune in assoluto e' che in borsa guadagna chi ha le "dritte" giuste; peccato che in realta' chi ha tali dritte si guardi bene dal comunicarle, e che alla fine quello che giunge all'orecchio dell'investitore e' l'opposto della realta'.

7) P/E E DIVIDENDI
Molti scelgono titoli con forti dividendi dimenticando che l'importante per un'azienda e' il profitto e non quello che paga ai suoi azionisti; i bassi p/e non sono una variabile a se' stante: spesso dimostrano che la societa' non vale poi tanto....

8) TITOLI FAMOSI
I titoli con un nome piu' conosciuto sono spesso i favoriti; la gente dimentica che il nome non e' sinonimo di qualita', e soprattutto non garantisce la crescita dei prezzi di borsa.

9) MANCANZA DI SUPPORTO INFORMATIVO
Pochi investitori riescono a trovare fonti di informazioni valide, e a volte non per colpa loro. Il proprio consulente vaselezionato attentamente e giudicato con criterio.

10) E' SALITO TROPPO....
Il 98% degli investitori rifiuta di entrare su un titolo che ha gia' fatto molta strada; le statistiche dimostrano che sono proprio questi titoli ad avere piu' chance di successo in assoluto.

11) LA LOSS TRAP
Si definisce loss trap tenere i titoli che perdono...il titolo perde troppo per poterlo liquidare.

12) QUICK PROFIT
In opposto alla tecnica precedente, gli investitori liquidano in fretta quando realizzano guadagni minori. Si trovano cosi' con profitti risicati e perdite ingenti, per aver seguito in maniera esattamente inversa la regola d'oro per far performance:" taglia le perdite e fai correre i profitti".

13) LA PAURA DEI COSTI
Le commissioni di intermediazione sono spesso viste nell'ottica sbagliata dagli investitori; la domanda che una persona dovrebbe porsi e':" compro questo titolo perche credo che salga del 3-4% o perche' penso abbia spazio di crescita?" Nel primo caso e' folle correre un rischio, nel secondo i costi sono irrisori rispetto al potenziale.

14) IL FASCINO DELLE OPERAZIONI A PREMIO
I premi attirano spesso una larga fascia di investitori che si convincono di limitare il rischio per il semplice fatto di conoscere quanto perdono. Non realizzano che rischiano il 100% del capitale che investono ed inseriscono una variabile (tempo) che rende difficile l'operazione.

15) LA MANCANZA DI UN PIANO
La maggior parte degli investitori manca di un piano di investimento che li aiuti nelle proprie scelte. Finiscono per adottare tecniche diverse di volta in volta, e sempre piu' confuse.

16) FAVORITISMI
Non si sa perche', ma molti hanno i loro titoli favoriti, sui quali insistono anche quando l'andamento della quotazione non e' favorevole; questa trappola psicologica non aiuta a realizzare performance in un settore dove la freddezza e l'imparzialita' sono tutto.

17) NOTIZIE CRUCIALI
Delle tante notizie che si sentono nei giornali sui vari titoli, poche sono veramente cruciali. Eppure sono in molti quelli che operano in base alle varie news che riportano i mass media. Le statistiche dimostrano che aumenti di capitale, split, annunci di dividendi etc sono meno importanti di quanto si pensi.


Glossario

Valore Nominale: rappresenta l’ammontare che viene riconosciuto al possessore del titolo al momento del rimborso. E’ pari al 100% del taglio minimo del titolo di Stato; detto valore puo` discostarsi da quello commerciale o di mercato, il quale esprime il prezzo o corso a cui i titoli vengono negoziati.
Prezzo di emissione: valore che il sottoscrittore deve pagare all‘ente emittente per entrare in possesso di un titolo di nuova emissione. Viene definito durante l’asta di aggiudicazione del Tesoro (competitiva o marginale secondo i diversi titoli).
Cedola: i titoli pubblici sono muniti di cedole (o tagliandi o coupons)le quali, nel giorno indicato dall’emittente (giorno di godimento) danno diritto al possessore di percepire gli interessi che sono gia’ maturati.
Rateo di interessi: chiamato anche dietim, indica nella negoziazione di titoli la quota di interessi calcolata dall’inizio del godimento della cedola al giorno di negoziazione (rateo di interessi maturato) oppure quella computata dal giorno di contrattazione del titolo alla scadenza della cedola (rateo di interessi da maturare).
Taglio: valore unitario nominale che e` necessario versare per sottoscrivere un titolo di Stato.
Corso secco: valore capitale di un titolo; rappresenta la quotazione corrente di un titolo di Stato. Varia quotidianamente.
Corso tel quel: questo prezzo e` comprensivo del valore capitale del titolo e del rateo di interessi maturato. E` il prezzo a cui e` possibile acquistare il titolo sul mercato.
Valuta: corrisponde alla data con cui l’intermediario addebita l’acquisto o accredita la vendita del titolo di Stato. E’ il terzo giorno successivo a quello in cui e` stata eseguita la transazione.
Rendimento effettivo: e` il tasso che garantisce l’eguaglianza tra il corso tel quel e la somma dei valori attuali ditutti i flussi (a titolo di interesse e capitale) che saranno generati dal titolo, dal momento della valutazione fino alla sua scadenza.
Rendimento immediato: e` dato dal rapporto tra cedola e quotazione tel quel corrente. Si tratta di un indicatore approssimativo, in quanto non prende in considerazione le variazioni in conto capitale fino a scadenza.
Commissione (%): e` il livello di remunerazione dell’intermediario per poter acquistare o vendere il titolo sul mercato. Va contrattato con la banca o la SIM che effettua l’operazione.
Ritenuta: e` l’imposizione che effettua lo Stato sui rendimenti della maggior parte dei Titoli.