[Generalità di Negrar] |
Superficie |
40.39 Km2
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Abitanti |
10.770
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Patrono |
S. Martino - 11 novembre
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Mercato |
ogni lunedì
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Fiere |
Palio del Recioto il lunedì di Pasqua, sagra delle ciliegie la seconda domenica di giugno, sagra dell'uva l'ultima domenica di settembre
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Numerosissime sono le stazioni preistoriche site nel comune, prima fra
tutte quella di Colombare di Negrar, che
rappresenta la più antica testimonianza di un villaggio nell’area veronese;
il villaggio ha restituito reperti che provano
l’esistenza di rapporti forse commerciali con altre civiltà veronesi come i
palafitticoli che si erano stanziati attorno al Lago di Garda.
La presenza di insediamenti umani continuò anche in periodo romano,
come testimoniano i numerosi reperti
archeologici venuti alla luce: resti di un’arca sepolcrale, lapidi
funerarie e, soprattutto, i resti di un’intera villa romana
in località Villa, ritrovamento che ha restituito ampi frammenti di
pavimentazione a mosaico, parte dei quali sono
oggi conservati al Museo Archeologico di Verona; tra le testimonianze
romane si deve citare la presenza a Mazzano di
un tempio dedicato a Jovi Felvenni, sul quale fu eretta
successivamente la chiesa di San Marco Evangelista.
Accertata con sicurezza la presenza romana a Negrar, siamo costretti per
quanto riguarda le testimonianze storiche, a
passare al XII secolo e alla famosa bolla di papa Eugenio III
del 1145 per ritrovare il nome di Negrar: il documento
infatti cita Pleben de Negrario cum capellis et decimis et familis;
nello stesso documento troviamo anche la pieve di
Arbizzano, antichissima chiesa consacrata, secondo un’iscrizione,
da San Petronio vescovo di Verona nella prima metà del V secolo.
Nel periodo della signoria scaligera furono fissati i confini del
territorio di Negrar, confini che si sono tramandati con
pochissime modifiche fino ai nostri giorni; passata la signoria,
senza particolari avvenimenti, dopo la breve
dominazione viscontea e carrarese, la Valpolicella fu il primo
distretto veronese a sottomettersi a Venezia dopo la
conquista di Verona, all’inizio del XV secolo, e si vide
confermare dal governo della Serenissima tutti i privilegi e le
concessioni avute con i Della Scala.
Negrar è oggi il comune più grande di tutta la Valpolicella e si regge
fondamentalmente sulla secolare tradizione
vitivinicola: numerose sono infatti le aziende vinicole che producono
Valpolicella, Recioto e Amarone, vini ai quali è
dedicato il tradizionale “Palio del Recioto” che si tiene annualmente
nel lunedì di Pasqua, manifestazione nella quale
vengono premiati i migliori prodotti. Buono è anche lo sviluppo
industriale del comune, favorito dalla floridezza
economica diffusa in tutta la zona.
Ad Arbizzano troviamo la chiesa di San Pietro Apostolo, antica pieve ricordata da papa
Eugenio III, ricostruita all’inizio dello scorso secolo.
Rimangono nelle strutture della chiesa e della canonica resti
dell’antica chiesa come lo splendido portale del XVIII secolo, iscrizioni,
lapidi, parti di edifici antichissima che ci
riportano all’origine del tempio; all’interno si trovano una fonte battesimale
e un trittico entrambi trecenteschi e
nell’altare, un’interessante doppia crocefissione a bassorilievo
scolpita probabilmente attorno al Mille.
Di grande interesse è anche la canonica, costituita da un complesso
di edifici di varie epoche, dal XII al XVI secolo; la parte
meridionale, la più antica, è stata a lungo considerata l’antica
chiesa mentre in realtà era edificio civile ad uso dei
sacerdoti della pieve.
Il vecchio campanile di San Pietro, rifatto a più riprese nel XVI secolo e in tempi più recenti, fu
abbattuto nel 1936 e sostituito con uno nuovo.
A Santa Maria in Progno si trova l’antico Santuario della Madonna del Carmine,
risalente al XVII secolo, al cui
interno si conservano due preziose pale di Domenico Brusasorci e di Marcantonio Bassetti.
Proseguendo nella vallata verso Negrar troviamo a San Vito il
campanile romanico dell’antica chiesa, all’interno della seicentesca Villa Biscardo,
unico elemento superstite dell’antica chiesa della frazione.
A San Peretto si trova la chiesa di San Pietro Apostolo, di origine
romanica come il bel campanile, rimaneggiata in seguito; le prime notizie della chiesa risalgono
però alla visita del Vescovo Giberti nel 1530.
Altre chiese interessanti sono la parrocchiale di Mazzano costruita,
come già ricordato, sui resti di un antico tempio pagano dedicato a Giove.
La parrocchiale di Prun, costruita all’inizio
dello scorso secolo in sostituzione della vecchia chiesa ricordata in
documenti del XII secolo, al cui interno si trovano
due tele di Paolo Farinati.
L’edificio sacro storicamente più importante è comunque la Pieve di San Martino a Negrar,
eretta all’inizio del XII secolo, probabilmente insieme alle altre due pievi
della Valpolicella, l’edificio attuale è però
dell’inizio del secolo scorso, costruito dopo l’abbattimento del vecchio tempio:
si presenta oggi con un pronao a quattro colonne.
Dell’antica pieve romanica rimane il campanile in tufo con la cella campanaria a bifore, giustamente
famoso per la cosiddetta Carta Lapidaria, una lunghissima iscrizione
datata 1166 che si svolge in 64 linee sul lato sud
della torre; rappresenta un contratto tra l’arciprete di
San Martino Wizardo e gli eredi di Olderico Saketo, ricco
personaggio veronese. Il campanile di San Martino fu usato per scopi
militari : lo Statuto del 1238, infatti, imponeva
la presenza costante di una guardia sulla cima del campanile con il
compito di dare l’allarme servendosi delle
campane; alla base della costruzione, inoltre, si trova una cella
completamente separata dal resto della struttura che
aveva probabilmente funzione di prigione durante l’età comunale.
La prima frazione che si incontra provenendo da Verona, Arbizzano, è
ricchissima di esempi di architettura civile: Villa Zamboni, eretta
nella seconda metà del XVI secolo, con elegante
portico sormontato da una loggia formata da sette archi, Villa Verità,
anch’essa cinquecentesca, composto da un corpo
centra con ampio portico e loggia affiancato da due ali perpendicolari,
era un tempo circondata da un magnifico parco
andato purtroppo perduto; altro edificio di origine cinquecentesca ad Arbizzano
è Villa Fedrigoni ricostruita
recentemente nella sua parte centrale; sempre ad Arbizzano si trovano la
settecentesca Villa Messedaglia e Villa Albertini, eretta nel secolo scorso.
A Novara si trova la settecentesca Villa Mosconi, imponente costruzione che porta
la firma dell’architetto Adriano Cristofoli. Continuando con le ville,
troviamo due splendidi esempi anche nel
territorio attorno al capoluogo: la prima è Villa Bertoldi, chiamata
comunemente il Palazzo, posta in suggestiva
posizione a dominio della vallata sulla strada che porta a Torbe;
di origine quattrocentesca, fu ampiamente
rimaneggiata e ampliata nel corso del XVII secolo; il corpo centrale, quello
più antico, si presenta con un ampio
portico sormontato da una loggia a quattordici archi sopra la quale, nel
sottotetto, si aprono cinque forti; come tante
altre ville nel veronese, anche Villa Bertoldi è oggi in non
buone condizioni.
L’altra villa nei pressi di Negrar è Villa La Sorte,
costruita dai Conti Noris nel XVII secolo, di linee semplici, con scala
esterna abbellita da una ringhiera in ferro battuto.
Da ricordare poi, a Torbe, la casa Quintarelli, una bella
costruzione di origine trecentesca, anch’essa con
portico e loggiato e a Prun la Villa Salvaterra, eretta nel XVI secolo.
Per l’ultimo abbiamo tenuto il gioiello
dell’architettura civile nel territorio di Negrar, Villa Rizzardi, a Poiega;
l’attenzione non va tanto alla villa, ricostruita
nella seconda metà del secolo scorso, quanto allo splendido giardino all’italiana,
progettato da Luigi Trezza alla fine del settecento e considerato il suo capolavoro,
uno dei più belli esempi del genere non soltanto della nostra provincia.