La popolazione della provincia di Verona (superficie 3097 Kmq) è di 797.229
abitanti, di cui 256.756 residenti nella città-capoluogo e il rimanente
nei 98 comuni (al 31.12.1993). La provincia si colloca tra Brescia e Mantova, lombarde, Trento e le venete Vicenza, Padova e Rovigo. |
L’immagine della città è indissolubilmente legata all’Arena, anfiteatro romano,
con la sua suggestiva stagione lirica e alla
tradizione di Romeo e Giulietta, i due sfortunati amanti della tragedia shakespeariana,
che costituiscono i due elementi di attrazione conosciuti a livello mondiale. La città è situata in una posizione privilegiata e geograficamente strategica, crocevia delle autostrade A4 (Serenissima) e A22 (del Brennero), nodo ferroviario di primaria importanza all’incrocio tra le linee Milano-Venezia e Brennero-Bologna e scalo aeroportuale Valerio Catullo è in continua crescita, garantendo in tal modo una facile accessibilità da diverse zone e con diversi mezzi di trasporto. Non è da sottovalutare anche il fatto che Verona fa parte di una regione a spiccata vocazione turistica, che totalizza annualmente oltre 10 milioni di arrivi e oltre 53 milioni di presenze, grazie alla sua offerta turistica completa che comprende mare, monti, laghi, terme, città d’arte. In particolare esercitano un’influenza positiva la vicinanza alla città di Venezia, visitata annualmente da quasi 1.500.000 persone, con oltre 3.000.000 di presenze e del bacino del Lago di Garda, che totalizza annualmente quasi 700.000 arrivi e oltre 3.000.000 di presenze. |
Verona è stata definita:
materna (Renato Simoni) con una grand’aria che incute rispetto (Paul Valéry) capitale dell’arte (Guy Mollat du Jourdin) città da amare (Giovanni Cotta) non esiste mondo fuor dalle mura di Verona (Shakespeare). |
I dati più recenti indicano la popolazione
attiva in oltre 326.000 persone divise nei vari settori:
184.000 nel "terziario" (commercio, turismo, credito,
trasporti, altri servizi); 117.000 nell'industria e artigianato;
25.000 nell'agricoltura. Verona è una delle province italiane dove più alto è stato nell'ultimo decennio l'aumento del reddito pro-capite: un reddito provinciale lordo (Dati Unioncamere 1992) che ha toccato i 24.635 miliardi (12.014 dai servizi privati; 2.682 dai servizi non destinabili alla vendita, 8.268 dall'industria e artigianato; 1.671 dall'agricoltura, foreste e pesca). Gli occupati dipendenti rappresentano la percentuale maggiore rispetto agli occupati in professioni ed attività indipendenti (artigiani, commercianti, liberi professionisti). Le imprese artigiane operano prevalentemente nei settori della metalmeccanica, della grafica dell'agroindustria, del marmo e dei mobili, due produzioni, queste ultime, tipicamente veronesi, nei quali la provincia è leader a livello nazionale. Le esportazioni 1993 - per la maggior parte nell'area CEE - sono state di 6.421 miliardi di lire, dirette, in ordine di priorità, verso: Germania, Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Austria, USA, Spagna, Svizzera, ecc. (prodotti meccanici, agroalimentari, materiali da costruzione, marmi, mobili, editoria, prodotti elettrici). Le importazioni 1993 sono state di 9.078 miliardi di lire. I Paesi da cui la provincia di Verona importa sono principalmente: Germania, Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Spagna, Austria, Svizzera e Giappone (mezzi di trasporto, prodotti chimici, meccanici, macchine agricole, per ufficio e materiale elettrico, legno, carta, gomma, agricoltura e foreste, prodotti alimentari - bevande, tabacco, birra, carni fresche e conservate - tessili, cuoio, abbigliamento, minerali ferrosi e non, minerali e prodotti non metallici, prodotti energetici, incluso petrolio greggio. (Dati ISTAT/Unioncamere del Veneto). Verona è centro primario di traffici fra il nord e il sud come fra l'est e l'ovest dell'Europa: autostrada del Brennero e Serenissima; collegamenti con i sistemi portuali dell'Adriatico e del Tirreno; vitale nodo ferroviario tra l'Europa e l'ltalia; dotata del "Quadrante Europa", l'interporto internazionale (intermodale: rotaia/gomma/aereo) specializzato nei servizi di trasporto, per gli operatori del settore, con i criteri logistici più avanzati, di un aeroporto internazionale (traffico che supera 1.000.000 di passeggeri con circa 5.000 t. di merci all'anno). E centro doganale tra i più importanti dell'Alta Italia. La Fiera Internazionale di Verona è famosa nel mondo con una quindicina di manifestazioni ufficiali all'anno (e circa altrettante private), 800.000 operatori 108 nazioni rappresentate. Accanto alla Fiera, l'Agricenter, Centro permanente per l'agroindustria italiana (con la modernissima sala congressi da 600 posti). Ancora, il Festival dell'Opera Lirica in Arena (oltre 600.000 spettatori, per oltre 50% stranieri) e gli spettacoli di prosa al Teatro Romano (40.000 spettatori, 20% stranieri). Verona è "città congressuale" con centinaia di convegni e meeting aziendali all'anno. |
Verona vanta origini antichissime: i primi insediamenti fortificati risalgono
all’epoca preistorica e precisamente al periodo neolitico, rinvenuti ai piedi
del colle di San Pietro, in corrispondenza di un guado fluviale che garantiva
il collegamento tra la pianura e l’area prealpina. La città fu probabilmente fondata dagli Euganei o dai Reti; poi la dominarono Etruschi e Galli. |
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Verona Romana |
Nel I secolo a.C. Verona è già una colonia romana e nel 49 a.C.
diviene Municipio romano. Centro strategico per le comunicazioni e il
commercio, all’incrocio della via Claudia Augusta (da Modena alla Germania)
con la via Gallica (da Torino ad Aquileia), la via Postumia (da
Genova ad Aquileia) e il Vicum Veronensium (da Verona a Ostiglia), la città
ebbe uno splendido sviluppo culturale ed artistico: conserva ancora
l’impianto urbanistico romano all’interno dell’ansa dell’Adige e copiose
testimonianze dell’epoca. Tra tutte spicca l’Arena, il terzo anfiteatro al
mondo per dimensioni (dopo il Colosseo di Roma e l’anfiteatro di Capua),
ma uno dei meglio conservati, con la caratteristica Ala,
unico resto della seconda cinta muraria esterna crollata con il
terremoto del 1117, con il suo stile serio e preciso; la sua bellezza sta
nella perfetta solidità (Heinrich Heine), costruito nel I secolo d.C. e
segno evidente dell’importanza di Verona: poteva accogliere oltre 20.000 spettatori.
Non meno pregevoli il Teatro Romano sulle pendici della
collina di Castel San Pietro, che risale al periodo imperiale e i cui resti
furono scoperti nell’Ottocento, sepolti sotto costruzioni civili e religiose
erette successivamente; le porte Borsari e dei
Leoni (sempre del I secolo d.C.)
monumentali porte d’accesso rispettivamente sul decumano e sul
cardo massimo della città romana; l’Arco dei Gavi, fatto innalzare
per onorare alcuni membri della famiglia patrizia dei Gavi, opera dell’architetto
L. Vitruvio Cerdone e il Ponte Pietra (del I secolo. a. C.) ricostruito nel
Medioevo e dopo il secondo conflitto mondiale, con un fedele rifacimento
nel disegno e nel materiale recuperato. Nel corso del IV secolo il Cristianesimo si diffuse a Verona grazie all’opera del vescovo Zeno, divenuto santo e patrono della città, al quale è dedicata una splendida basilica in stile romanico. Alla Chiesa spetta il merito di aver diffuso e tramandato la cultura nell’Alto Medioevo: dallo scrittoio veronese della Schola Sacerdotum ha origine la Biblioteca Capitolare (secolo. V). Con la dissoluzione dell’Impero Romano d’Occidente, Verona fu scelta come sede dal re degli Ostrogoti Teodorico (489) e più tardi, dopo una breve dominazione bizantina, dal re dei Longobardi Alboino (568-572). Testimonianze di quest’epoca si rinvengono nelle chiesette delle Sante Teuteria e Tosca (presso la basilica dei SS. Apostoli), nelle cripte di Santa Maria in Organo, San Procolo e San Giovanni in Valle, e comprendono anche i mosaici pavimentali del Duomo, visibili nel chiostro e tracce di affreschi nel sacello dei Santi Nazaro e Celso. Nell’888 Berengario I, re d’Italia, s’accasò in riva all’Adige, regnandovi fino al 924, poi la città passò alla marca di Baviera, sotto Ottone I. |
Verona Comunale |
Le trasformazioni sociali dell’XI e XII secolo preparano il passaggio dal
regime feudale alla fondazione del libero Comune (1136) che, promotore
della Lega Veronese, sconfisse l’Imperatore Federico Barbarossa nel 1164. Il volto della città si arricchisce in questo periodo di nuove costruzioni civili e religiose: il cuore della città è Piazza Erbe, l’antico foro romano, tuttora sede di un vivace e suggestivo mercato, dove si eleva la Domus Mercatorum, antica sede delle associazioni dei mercanti; la Torre dei Lamberti che domina il Palazzo del Comune, risalente al 1193, ma alterato da moderni restauri, con il pittoresco cortile interno originale, ornato dalla gotica Scala della Ragione; le chiese di Santo Stefano e di San Giovanni in Valle, entrambe di fondazione più antica; la basilica di S. Zeno, con l’annesso chiostro appartenente all’abbazia benedettina, è uno splendido esempio di architettura romanica (XI e XII secolo.), famosa per le formelle bronzee che decorano il portale rappresentanti scene dell’antico e del nuovo Testamento, capolavoro della scultura medievale, e per il Trittico di Andrea Mantegna; il Duomo (secolo. XII) con facciata romanica e gotica che ospita una pala del Tiziano, l’Assunta; la chiesa di San Lorenzo, di influenza francese con matronei. |
Verona Scaligera |
Dopo un periodo di lotte intestine per il dominio della città, nel 1226
Ezzelino da Romano divenne podestà e signore assoluto. Alla sua morte il
controllo politico passò nelle mani delle corporazioni che elessero come
rappresentante Mastino della Scala (1259). Verona divenne la capitale di
una delle più prestigiose Signorie, al centro di uno stato che si estendeva
su gran parte del Veneto, dell’Emilia e della Toscana: gli Scaligeri, che
diedero alla città floridezza economica e prestigio culturale e trasformarono
la loro reggia in un luogo d’incontro per artisti e letterati, uomini
della politica e della finanza. Lo stesso Dante Alighieri, esule da Firenze,
godette in Verona dell’ospitalità di Cangrande della Scala, come ricorda
nel Paradiso, canto XVIII:
sarà la cortesia del gran Lombardo che in su la scala porta il santo uccello. A quest’epoca risalgono i Palazzi Scaligeri, sontuose dimore di Cangrande e Cansignorio, affacciati sulla severa Piazza dei Signori, le Case Mazzanti, con affreschi cinquecenteschi di Alberto Cavalli; la Domus Nova (Casa dei Giudici), le Arche Scaligere, monumenti funebri dei signori scaligeri tra cui spiccano quelle di Cangrande I, Mastino II e Cansignorio, cui lavorarono i più grandi scultori del XIV secolo Bonino da Campione e Giovanni di Rigino; Castelvecchio, monumentale costruzione turrita e merlata edificata rapidamente, quando la signoria era già in declino, con l’ardito ponte sull’Adige, che apriva una via di fuga verso la Germania: oggi il castello ospita il Museo d’arte antica e moderna; la chiesa di San Fermo, costruita dai Benedettini si compone di due edifici sovrapposti, quello inferiore in stile romanico, quello superiore in stile gotico con preziosi affreschi e dipinti tra i quali l’Annunciazione del Pisanello; la chiesa Santa Anastasia, opera dei Domenicani con facciata incompleta, in stile gotico, contiene il celebre affresco di Pisanello raffigurante San Giorgio che libera la Principessa dal drago. Testimonianze di questo periodo sono anche le cosiddette Casa di Giulietta, con il famoso balcone, in via Cappello e Casa di Romeo presso le Arche, luoghi immortalati dalla vicenda dei due infelici amanti shakespeariani. Si tratta certamente di riferimenti leggendari, come leggendaria è la collocazione della Tomba di Giulietta nel Monastero di San Francesco: il sarcofago di Giulietta, [...] è triste come fu triste il suo amore (George Byron), anche se i visitatori del passato ammettono che un poeta visita sempre volentieri simili luoghi [...] anche se sarà il primo a sorridere della credulità del suo cuore (Heinrich Heine). |
Verona Veneziana |
Caduta la Signoria (1387) Verona fu dominata dai Visconti di Milano (fino al 1402)
e dai Da Carrara, signori di Padova, fino al 1405, quando si
consegnò spontaneamente alla Repubblica di Venezia, che conservò il dominio
della città per circa quattro secoli. Anche in questo periodo
Verona divenne un vivace centro artistico e culturale: risalgono a quest’epoca
la Loggia del Consiglio, detta di Fra Giocondo, gioiello del
Rinascimento veronese, i monumentali Palazzi Pompei, Bevilacqua,
Canossa di Michele Sanmicheli e della
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Verona Austriaca |
Dopo il lungo periodo di pace la vita di Verona fu sconvolta dall’ingresso
delle truppe napoleoniche (1796) che l’occuparono e, dopo alterne
vicende entrò a far parte del Regno Lombardo Veneto sotto il dominio austriaco.
Ebbe un importante ruolo amministrativo e militare, trasformata
in piazzaforte con Mantova, Peschiera e Legnago costituì il Quadrilatero,
perno del sistema difensivo del Lombardo Veneto. Verona e la sua
provincia entrarono a far parte del Regno d’Italia nel 1866. Di epoca austriaca i fortilizi sulle colline che circondano la città di S. Mattia, S. Leonardo, trasformato successivamente in un santuario dedicato alla Madonna di Lourdes, Santa Sofia e il Palazzo del Comune, sede del Municipio, in stile neoclassico. |
a Verona, ovunque s’aggiri l’occhio, sempre ci si rappresentano oggetti di compiacenza: magnifiche facciate di chiese, stupendi prospetti di palazzi, strade maestose e ben ornate, piazze spaziose e allegre, ponti marmorei e di grande estensione sull’Adige fremente, prospettive di terre e di acque e di monti che incantano [...] (Alfred de Musset). | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Al patrimonio architettonico e paesaggistico si deve aggiungere l’offerta d’arte
proveniente da musei, mostre, gallerie, istituzioni culturali e
teatrali.
La storia istituzionale dei Musei Civici di Verona è ricca e articolata: già nel 1806,
preoccupati delle spoliazioni del patrimonio storico e artistico
cittadino operate dai funzionari del Demanio del Regno d’Italia, fu creata una
pinacoteca comunale con sede nella
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Il lago di Garda ed il Monte Baldo |
Il Garda, oasi mediterranea che si prolunga nel cuore delle Alpi
Giudicarie fino alle ultime propaggini del Brenta-Adamello, e' nato dalle
ultime glaciazioni. Ha una superficie complessiva di 370 Kmq., un clima
temperato mite e una vegetazione singolare che lo accomuna alle terre
meridionale. Per questo fin dai tempi piu' antichi le sponde del lago hanno
visto fiorire la civilta' dal paleolitico al neolitico (soprattutto in localita' Pai
che nel toponimo evidenzia il ricordo delle palafitte), dal bronzo ai primi
insediamenti gallici fino a divenire uno dei capisaldi dellla conquista
romana. La lunga penisola di Sirmione, cantata da Valerio Catullo,
mostra ancor oggi l'imponenza di una vasta villa romana. Altre ville sono
state riscoperte insieme con tracciati viari e basi di fortificazioni su tutta
la Riviera degli Olivi; cosi' si chiama infatti la sponda veronese del Garda
che, insieme al pregiato olio D.O.C., produce altrettanto vino pregiato
quale il Bardolino. Una civilta' di tradizioni antiche di storia e di arte oggi arricchita da una presenza turistica internazionale che qualifica il Garda fra le stazioni piu' frequentate e ambite d'Europa. Una ricchezza di tradizioni artistiche che presenta vari gioielli d'arte europea quali la chiesa e gli affreschi di S.Andrea di Sommacampagna (X-XII sec.), il complesso architettonico di un centro come Lazise (mura scaligere, Dogana Veneta, chiesa di San Nicolo'), l'eccezionale basilica di S.Severo di Bardolino (X-XII sec.), unica in Europa per il vasto affresco con Storie della Croce e dell'Apocalisse, e nello stesso centro la Cappella palatina di S.Zeno (IX sec.), o i popolari affreschi della chiesetta di S.Zen de l'Oselet di Castelletto di Brenzone. Una cultura pittorica che unisce saldamente il Garda all'Europa. Ci sono poi i castelli e le torri: da quello famosissimo di Malcesine visitato e disegnato dal primo turista della storia moderna J. W. Goethe (struttura scaligera edificata su piu' antiche fondamenta romane), al Castello di Torri del Benaco che sorge vicino all'antica torre di Berengario (X sec.), alla rocca di Garda su cui sorgeva il piu' potente dei castelli: a guardia (questo e' il significato del nome del lago) di tutta la vasta distesa lacustre, in tempi di grandi invasioni e terribili pestilenze. Oggi poco piu in la' l'Eremo dei frati Camaldolesi offre ben altri insegnamenti di pace e di serenita'. Agli Scaligeri cui dobbiamo i castelli che abbiamo appena ricordato, nel XV sec. succedette Venezia che pure provvide ad arricchire il Garda di fortezze, quale "il forte arnese" di Peschiera, cittadella militare che sorge sul Mincio emissario del lago; e di ville che si contano a dozzine su tutta la sponda veronese e di pubblici palazzi, quale il Palazzo dei Capitani a Malcesine, la ricordata Dogana a Lazise, o la Loggia sanmicheliana di Garda. Alle spalle della Riviera degli Olivi, il Baldo, con le cime di Naole, Telegrafo, Valdritta, offre ancora gradite sorprese per il visitatore non freddoloso: una flora unica dovuta al fatto che le cime piu' alte non subirono le ultime glaciazioni, antichissimi tracciati preistorici (a S. Zeno di Montagna, ad es.), e ... modernissimi impianti invernali di risalita e discesa (funivia Malcesine - Tratto Spino, Prada - Costabella, Novezzina). |
La Valpolicella |
E’ formata dalle valli di Negrar, Marano, Fumane e alcune minori. Dagli oltre 1.500 m.
del Corno d’Aquilio alle dolci colline pedemontane, essa offre panorami sconfinati e
paesaggi suggestivi sino a giungere ai fondovalle ubertosi e intensamente coltivati. Abitata fin dalla preistoria, essa conserva stazioni Neolitiche seguite da “castellieri” e villaggi protostorici; poi la gente reto-etrusca, fino all’arrivo dei Romani, costituì il “Pagus Arusnatium”. Dal 476 d.c. vi dominarono Ostrogoti e Longobardi e, dall’800 d.c., il Sacro Romano Impero, cui seguirono i Liberi Comuni e gli Scaligeri, sotto i quali, dalla Valpolicella, eletta in contea nel 1311, furono sanciti i confini destinati a durare per quattro secoli nel dominio di S.Marco (1405-1797) e, dopo Napoleone, fino al 1866. La Valpolicella offre un’ottima ospitalità con hotel di ogni categoria, ristoranti e trattorie tipiche, agriturismo e “osterie” dove si possono degustare i prodotti del luogo: vini, salumi, formaggi, piatti caratteristici veronesi. Il vino Valpolicella classico, come anche il Recioto e l’Amarone, è prodotto nella zona comprendente i comuni di Negrar, Marano, Fumane, Sant’Ambrogio e S.Pietro in Cariano. E’ un vino dal colore rosso rubino, dal sapore asciutto e leggermente amabile, di corpo amarognolo e di gradazione alcolica di 11 gradi. Il Recioto ha invece un colore rosso granato, un profumo caratteristico, un sapore delicato; amabile o asciutto è un vino molto robusto (14-15°). E’ adatto ai dessert. L’Amarone, molto profumato ed asciutto, con un particolare profumo di viole e di mandorle amare, è indicatissimo con i piatti forti: arrosti di carne rossa e selvaggina. Il Palio del Recioto (a Negrar) è la manifestazione più importante dell’anno. |
La Lessinia |
Passeggiando sui facili sentieri del Baldo e guardando ad oriente vediamo le prime cime dei Monti
Lessini: Corno d'Aquilio (trapassato nella cima da una delle piu' lunghe cavita' carsiche: la Spluga
della Preta), Corno Mozzo, Monte Tomba. Sconfinate praterie che giungono oltre i 1500 m.,
salendo dalle case della preiferia pedemontana di Verona. La Lessinia e' costellata di centri e localita' di grande interesse, sia nelle valli che la collegano alla pianura Atesina-padana, sia nei pianori e nei centri piu' interni. La Valpolicella, preziosa per i vini in tutto il mondo (Valpolicella, Recioto, Recioto Amarone) e per la vivace vita economica ed artistica che risale agli albori della nostra civilta'. La Valpantena nella quale sono avvenuti importanti ritrovamenti preistorici quali quelli del Riparo Tagliente, del Ponte di Veja, dell'Orsara. La Val d'Illasi ricca di splendide ville veneziane e di pregiate coltivazioni di ciliegi che arrivano fino quasi a Giazza: isola linguistica che accomuna la Lessinia alla cultura nordica. La Val d'Alpone che insieme alla Val d'Illasi offre i vitigni di uno dei piu' famosi bianchi nazionali, il Soave, che celebra nel nome antico il ricordo della Casa di Svevia, vivo ancor oggi nelle altere torri dell'imponente castello Scaligero. Alla fine della Val d'Alpone la localita' di Bolca rappresenta uno dei centri geologici piu' interessanti d'Italia: nella sua Pesciara sono avvenuti e avvengono importantissimi ritrovamenti di flora e di fauna marina di un rempo in cui queste montagne non erano altro che piccoli isolotti dispersi in un mare tropicale. Nelle praterie e nei boschi della Lessinia fin dai tempi antichi si e' sviluppata una comunita' montana che ha avuto ed ha lproprie caratteristiche ed una propria storia di lavoro e di tradizioni. Lungo le comode strade provinciali che salgono fino ai crinali della Lessinia e' possibile vedere i lunghi e bassi casoni delle malghe e dei caseifici dai singolari tetti composti di lastroni di pietra, ricavati dalle numerose cave che costituiscono non ultima ricchezza di tutto il territorio. Famosi nel mondo sono infatti il Marmo rosso di S. Ambrogio di Valpolicella e il Nembro dalla raffinata sfumatura perlacea. Ma sara' una indimenticabile sorpresa scoprire nel piu' folto dei boschi tra S. Anna d'Alfredo e Fosse la chiesetta romanica di S. Giovanni in Loffa, o nelle case della contrada Ca' del Per nei pressi di Cerna e ai Zivelonghi, singolari affreschi di arte popolare del XVII e XVIII sec., vicini ad un sepolcreto gallico formato da una trentina di tombe pressoche' intatte. Su queste praterie, d'inverno, si sciolgono gli anelli di lunghissime piste da fondo che raccordano in un unico immenso campo di neve tutta la Lessinia, per culminare nell'ampia conca degli impianti di discesa e risalita di Pian dei Parpari, Branchetto e S. Giorgio e nel modernissimo Palazzo del Ghiaccio di Bosco Chiesanuova. |
Il Basso Veronese |
Il Basso Veronese, la vasta pianura
che occupa la parte meridionale della provincia veronese. Attraversata dal fiume Adige
oltre che dal Tartaro e il Menago, ricca d'acqua ,di risorgive, di canali, anticamente
questa terra era ricoperta da un'immensa foresta interrotta da radure, stagni ed acquitrini.
Essa era abitata già nel Neolitico; qui si sviluppò la cultura Terramaricola; fu occupata
dai Veneti, dai Celti, dai Romani, subì le invasioni barbariche, il transito di popoli ed
eserciti, godette di un relativo benessere sotto il dominio veneziano e fino al 1866 fece
parte dell'impero Austro-Ungarico. Testimonianze si trovano nel Museo preistorico di
Gazzo Veronese e nel Museo Fioroni di Legnago.
Altri musei sono: Museo dell'Artigianato a Cerea in Villa Dionisi,
Museo della Civiltà Contadina a Sorgà in Villa Brà. Girando per la
Bassa si vedono Ville, Chiese, Castelli e Corti rurali in un ambiente, a vocazione
agricola, non ancora apprezzato turisticamente. Quest’area comprende molta parte della pianura posta a sud di Verona e della Padana superiore. La pianura veronese è attraversata dall’Adige e presenta tutta una serie di corsi d’acqua che costituiscono la fonte per l’attività agricola, fra le più evolute e sviluppate d’Italia. Presenta inoltre grossi centri importanti sia dal punto di vista storico che artigianale (mobile d’arte) e industriale. Da non trascurare il fascino delicato e poetico del paesaggio, soprattutto in autunno: un fascino discreto e melanconico che ci porta all’amore ancestrale per la terra, al mistero dei cicli delle stagioni e alle tradizioni popolari. |
Fiera Cavalli | Novembre - Fiera Internazionale dei cavalli e Salone delle attrezzature e delle attività ippiche |
Fieragricola | Febbraio - Fiera internazionale dell'agricoltura e della zootecnia |
Vinitaly | Aprile - Salone Internazionale del Vino e dei Distillati |
Fiera Marmi | Settembre - Mostra Internazionale di marmi, pietre e tecnologie |